"LOW SOCIETY. Storie da caBARet" di Giovanni Nadiani

SABATO 19 FEBBRAIO ore 18.00

LOW SOCIETY.
Storie da caBARet
di Giovanni Nadiani
(CartaCanta Editore)

interviene
ALBERTO SEBASTIANI

Con il caratteristico stile ibrido, “bastardo” che da tempo contraddistingue la “scrittura orale” di Nadiani, Low Society presenta il meglio dell’ironica “bassa società” disegnata dalla penna pungente dello scrittore romagnolo: una serie di storie da dirsi ad alta voce dal tono cabarettistico, godibilissime anche nella sola versione in italiano regionale, incentrate su una variegata galleria di common people che si ritrovano a vivere in un presente che indossa i lustrini modaioli del linguaggio sincretico anglo-italiano della televisione, di Internet e della pubblicità (dall’autore definito anglobo) e che cerca di nascondere in tutti i modi le ferite inferte a una varia umanità che, dedita alla ricerca di una pseudo felicità a ogni costo, si ritrova immersa nella più sconsolante solitudine o assenza di comunicazione.

I toni usati da Nadiani per cogliere questa contemporaneità sfregiata sono pertinenti a un’ironia amara, che spesso sconfina nel comico inteso come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, basata sull’incontro/scontro di lingua e dialetto (la lingua da bar) ad attraversare i “ragionamenti” ad alta voce, le ossessioni (lo sport, il sesso, il denaro, l’apparire, il senso della vita ecc.) dei personaggi, presi e persi nel conflitto tra i sessi o tra le generazioni, tra l’ipermodernità e un inconscio desiderio di una qualche identità.

Un brano tratto dal libro

Mo cum a scuraràla mai la cinesa d’vent én, ch’l’impines e’ scartoz dl’Happy Meal a e’ McDrive d’Furlè pr i babin ch’rugia ch’selta a la fësta d’cvel ch’e’ ciumpes j én, cun al cruchet d’pol ulandes e al patatin surgelêdi dla Quinta Stagione, arscaldêdi ’t al bol d’un gras ch’u n’smet mai d’frezar per la gioia di tutti... E pu a sràla da bon cinesa? E s’invezi d’rësar d’Canton o a d’Changchun, la fos d’Dong Dang o d’Phnom Pehn?

Ma come parlerà mai la cinese di vent’anni, che riempie il cartoccio dell’Happy Meal al McDrive di Forlì per i bambini che gridano e saltano alla festa di compleanno, con le crocchette di pollo olandese e le patatine surgelate della Quinta Stagione, riscaldate nelle bolle di un grasso che non smette mai di friggere per la gioia di tutti... E poi sarà davvero cinese? E se invece di essere di Canton o di Changchun, fosse di Dong Dang o di Phnom Pehn?

GIOVANNI NADIANI è nato nel 1954 a Cassanigo di Cotignola (RA), risiede a Reda di Faenza e insegna alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università di Bologna sede di Forlì.

Cofondatore nel 1985 della rivista letteraria «Tratti» e nel 1998 della rivista online di traduttologia «InTRAlinea», per Mobydick ha pubblicato le raccolte di versi e’ sèch (1989), TIR (1994), Beyond the Romagna Sky (2000) e i volumi di storie e prose brevi Nonstorie (1992), Solo musica italiana (1995), Flash-Storie bastarde (2004), Spiccioli-Kurzprosa (2009) e in collaborazione con la band di blue-jazz Faxtet e la chitarrista Ingeborg Riebesehl il cd di poesia in musica Invel (In nessun luogo, 1997).

Nel 1999 con Marsilio ha pubblicato l’antologia poetica personale Feriae e nel 2000 ha dato alle stampe Sens (Senso/Sensi) per Pazzini editore.

Col gruppo Faxtet ha prodotto spettacoli di teatro e cabaret in musica confluiti negli audiolibri Insen... Insieme (2001), Romagna Garden (2005), Best of e’ sech (2008). Nel 2006, per Bacchilega, ha pubblicato S-cen/People, audiolibro di brani pensati per la recitazione di quel particolare genere definito dall’autore “DialetCabaret”, che negli ultimi anni ha riscosso in Romagna un notevole successo di pubblico. Per la sua poesia in romagnolo tradotta in varie lingue ha conseguito importanti riconoscimenti tra cui i premi Lanciano, Ischitella, Noventa, Pascoli, Marin.



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