GIULIANA MIELI presenta il saggio "IL BAMBINO NON E' UN ELETTRODOMESTICO. Gli affetti che contano per crescere, curare, educare"


MARTEDI' 26 GIUGNO ore 18:00
GIULIANA MIELI
presenta il saggio
"IL BAMBINO NON E' UN ELETTRODOMESTICO.
Gli affetti che contano per crescere, curare, educare"
(Feltrinelli editore)
interviene EDOARDO FABBRI

Martedì presentiamo un saggio che richiama l'attenzione sull'imprescindibile relazione tra madre e bambino come chiave per il corretto sviluppo psicoaffettivo della persona.
Tramite una indagine, la cosidetta "Adult Attachement Interview", condotta su future madri, è possibile dimostrare che la disposizione interiore della madre determina il suo comportamento verso il piccolo, consentendo una previsione della qualità dell'attaccamento che il bambino non ancora nato svilupperà all'età di un anno.

Dice Giuliana Mieli:
"Se la gravidanza e il primo anno di vita del bambino sono così importanti per lo sviluppo psico-affettivo, perchè le politiche dell'infanzia e del lavoro non ne tengono conto? Il tema dovrebbe essere affrontato come fondamentale per le politiche di sostegno alle famiglie e invece viene continuamente eluso".
Come suggerisce provocatoriamente il titolo, crescere un bambino è cosa ben diversa dall'avviare un elettrodomestico, ad esempio una lavatrice (imposti un programma e la macchina lo manda avanti in automatico). Giuliana Mieli, laureata in Filosofia Teoretica e in Psicologia clinica, dopo aver lavorato negli anni Settanta nei primi Centri di Salute Mentale sul territorio, è stata consulente per vent'anni presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell' Ospedale San Gerardo di Monza, allora diretto dal ginecologo Costantino Mangioni che intuì la necessità di avere psicologi in reparto non solo per il sostegno psicologico a mamme e genitori con gravidanze o puerperi difficili, ma anche per la formazione "affettiva" del personale medico e infermieristico.

Giuliana Mieli, forte dell'esperienza di psicoterapeuta maturata in ospedale, sostiene che molti dei problemi che oggi la nostra società incontra sono dovuti alla disattenzione che, a causa dei paradigmi culturali predominanti, abbiamo maturato nei confronti degli affetti, dei bisogni e dei codici affettivi. Una disattenzione che ha indotto a scelte, anche politiche, con ripercussioni individuali e sociali molto forti, che dovrebbero essere messe in discussione. La risposta ai bisogni affettivi di base è infatti una condizione biologica ineludibile.
La trascuratezza emotiva si riflette non solo nella sofferenza psichica dilagante ma anche nelle difficoltà che attualmente accompagnanano la maternità.
Un approccio orientato all'attaccamento in diverse situazioni, in collaborazione con pediatri e ginecologi, può dar vita ad un modello prezioso in campo pedagogico ed in ambito più propriamente clinico. Implica la necessità di una rivoluzione culturale che restituisca all'essere umano tutta la sua complessità, fisica ed emotiva.
EDOARDO FABBRI, l'interlocutore per la serata, è massofisioterapista e presidente dell'associazione "Intrecci" (www.intrecci.org)

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