DAVIDE PAPPALARDO presenta il romanzo BUONASERA (SIGNORINA)

lunedì 21 novembre alle 18,00

DAVIDE PAPPALARDO
presenta il romanzo
BUONASERA (SIGNORINA)
-Eclissi editrice-

interviene ALESSANDRO BERSELLI

"Buonasera (signorina)" è un giallo ambientato a Milano nei primi anni '70.
Il protagonista, l'ex poliziotto Libero Russo, invece di affrontare l'azione, quando può scappa. Investigatore privato come Marlowe e Sam Spade, Russo è proprio l'opposto dei duri dell'hard boiled.

Milano. La notte del 23 dicembre 1970, il gangster Jo Le Maire, rientrando a casa dopo una serata trascorsa in giro tra i locali notturni, trova il suo braccio destro in una pozza di sangue, trafitto da ventisette coltellate.
Libero Russo, uno scalcagnato investigatore privato ex poliziotto, che vive nella sua bicocca nel quartiere Isola in compagnia solo del suo gatto, della malinconia e delle canzoni di Fred Buscaglione, viene accusato del delitto.
I suoi ex superiori, a causa di un episodio poco chiaro avvenuto l'anno prima, vogliono la sua testa e non vedono l'ora di sbatterlo in cella per l'omicidio.
Braccato da quelli che fino a poco tempo prima erano suoi colleghi e aiutato solo da un suo vecchio compagno di squadra e da un'amica prostituta, Russo si ritrova in mezzo a complicate indagini, che lo porteranno a immergersi nella melma del mondo della droga, dei night milanesi e della follia.

DAVIDE PAPPALARDO è da sempre appassionato di storiacce di bulli, pupe, pistole e delitti.
Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Milano Pastis" (editrice Nerocromo) e la raccolta di racconti "La versione di Mitridate" (Zona Contemporanea)

Presentazione del SEMINARIO VI di JACQUES LACAN "Il desiderio e la sua interpretazione"

Sabato 19 novembre alle 17,30

Presentazione del SEMINARIO VI di JACQUES LACAN
"Il desiderio e la sua interpretazione"

(Einaudi editore)

Interverrà
ANTONIO DI CIACCIA
psicoanalista della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e curatore e traduttore dell'opera di Jacques Lacan in Italia. Evento organizzato grazie alla collaborazione con la Segreteria di Bologna della SLP

L'incontro del pomeriggio verte invece sul più recente volume che l'editore Einaudi ha dedicato all'opera di Jacques Lacan.
"Il desiderio e la sua interpretazione" è il titolo che Lacan diede al suo seminario nel 1958-59.
Da allora "desiderio" è diventato un termine sempre più familiare, in un certo senso rimpiazzando i termini classici della psicoanalisi, come libido e pulsione.
Che cos'è una psicoanalisi? E' leggere, ossia interpretare, nel sintomo causa di sofferenza, il messaggio occulto che vi ha depositato il desiderio inconscio.
Questo desiderio non coincide affatto con quello che si vuole o si crede di volere. Molte volte le analisi iniziano proprio quando il soggetto si rende conto che c'è una scissione tra il suo volere cosciente e il suo desiderio inconscio.

Antonio Di Ciaccia
, allievo di Lacan, è psicoanalista e membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e dell'Association Mondiale de Psychanalyse. Nel 2013 ha pubblicato per Einaudi "In difesa della psicoanalisi" (con S. Argentieri, S. Bolognini e L. Zoja) e ha curato l'edizione italiana degli Altri scritti di Lacan (PBE).


"WEEKEND CON IL MOSTRO" a cura di Gianluca Morozzi

Sabato 19 novembre alle 12,00

presentazione dell'antologia
"WEEKEND CON IL MOSTRO"
a cura di Gianluca Morozzi
(Fernandel edizioni)

Sabato mattina la presentazione dell'antologia più mostruosa che ci sia!

Mostri, fantasmi, creature a cavallo tra il mondo dei morti e quello dei vivi. E magari un lago, un placido lago che sotto il pelo dell'acqua nasconde chissà quali segreti, all¹ombra delle montagne intorno.
Duecento anni dopo la più famosa riunione di scrittori di tutti i tempi, nella quale sulle sponde del lago di Ginevra nacque Frankenstein, un manipolo di scrittori celebra quella storica giornata con un weekend creativo sul lago di Garda.
Con libertà di genere, tredici autori hanno dato vita a tredici racconti inquietanti, guidati da Gianluca Morozzi e Francesca Bertuzzi, che a loro volta hanno partecipato a questa antologia.

Ecco cosa ne dice Gianluca Morozzi nella prefazione:
1816. A Villa Diodati, sul lago di Ginevra, un quartetto di artisti si riunisce per una singolare tenzone letteraria. Sotto un cielo color cenere, in un anno senza estate, funestato dalla pioggia, Lord Byron, John Polidori, Percy Bysshe Shelley e Mary Shelley si sfidano a creare la più terrificante delle storie dell'orrore. Da questo bizzarro weekend nascerà la figura del vampiro moderno, a opera di Polidori, e soprattutto Frankenstein, di Mary Shelley.
2016. Due secoli dopo, un manipolo di scrittori, alcuni esordienti, altri già pubblicati, si è ritrovato a Pregasina, sul lago di Garda, per passare tre giorni creativi in un albergo, sotto la guida degli insegnanti di scrittura Gianluca Morozzi e Francesca Bertuzzi.
A differenza di quel 1816, meteorologicamente rovinato dall'esplosione di un vulcano, il tempo è stato bello, favorendo la molteplicità di stili e di atmosfere: racconti su mostri e fantasmi, non necessariamente horror, con varie voci a darsi il cambio.
E alla fine hanno voluto dare il loro contributo anche gli insegnanti, con un racconto a testa.
Chissà che da qui non venga fuori un nuovo Frankenstein...

Racconti di:
Alberto Andreoli Barbi - Matteo Bernardini - Francesca Bertuzzi - Stefano Bonazzi - Paolo Capponi - Catia Cicchetti - Francesca Gori - Michel Minghetti - Gianluca Morozzi - Grazia Negrini - Giovanni Odino - Paolo Panzacchi - Silvia Rossi




MASSIMO COTTO presenta "I FAMOSI IMPERMEABILI BLU. LEONARD COHEN: STORIE, INTERVISTE, TESTIMONIANZE"

Venerdì 18 novembre alle 18,00
MASSIMO COTTO
presenta
"I FAMOSI IMPERMEABILI BLU. LEONARD COHEN: STORIE, INTERVISTE, TESTIMONIANZE"
(Edizioni Vololibero)

Interviene GIANLUCA MOROZZI
accompagnamento musicale di ELISA GENGHINI


Quando abbiamo fissato, mesi fa, l'incontro con Massimo Cotto per presentare la sua biografia su Leonard Cohen, mai avremmo voluto che si trasformasse in un incontro in memoria.
Purtroppo questo 2016 così crudele ci ha portato via anche Cohen, lasciandoci orfani della sua poesia e della sua musica.

"I famosi impermeabili blu" è prima di tutto un grande gesto d'affetto nei confronti di un grande autore.
Il testo è suddiviso in tre macro aree. Nella prima Cotto sintetizza in sessantasei paragrafi altrettanti episodi della vita del musicista canadese, per forza di cose non esaurienti dal punto di vista biografico (non era questo lo scopo) ma utilissimi per inquadrare il personaggio e avere un riferimento contenutistico a cui tornare, una volta alle prese con la seconda parte del libro. Seconda parte che rappresenta il vero nucleo di I famosi impermeabili blu, dal momento che propone nove interviste dello stesso Cotto a Leonard Cohen raccolte tra il 1984 e il 2001 a Milano, Roma, Monaco di Baviera e Los Angeles. Nove chiacchierate che in realtà vanno ben oltre il mero aspetto musicale, sondando l'uomo dietro l'artista.

Cotto coinvolge tutti gli aspetti della produzione artistica e della vita del canadese: i dischi, i versi delle canzoni, la famiglia, la storia individuale, l'apprendistato zen, l'ebraismo e moltissimo altro. Da una parte emerge un grande rispetto che non scade mai nel commento da fan, dall'altra una disponibilità ad aprirsi che è pari solo alla linearità di un eloquio che pesa le parole e i concetti col bilancino, pur senza risparmiarsi - del resto c'è da aspettarselo da uno capace di metterci anni per scrivere una sola canzone, teso alla ricerca del verso perfetto.
Infine, nella terza parte, una lunga serie di interessanti interviste, in cui il giornalista lascia che siano artisti, addetti ai lavori e vari amici (si va da Adam Cohen a Angelo Branduardi, da Caterina Caselli a Cristiano Godano, da Dario Vergassola a Dori Ghezzi, da Giorgio Faletti a Linus, e oltre) a raccontare/ricordare il primo, personale, incontro ravvicinato con l'arte di Leonard Cohen: lasciando che il ritratto emerga dalla molteplicità degli sguardi.

"Un nomade dell'anima, che nella meditazione trova una strada laica, o meglio umana. Perché, tra metafore colte e citazioni sacre, Cohen canta le piccole cose dell'uomo. Quindi nulla di più terreno ma al contempo di più inafferrabile ed eterno.
Ci siamo tutti trovati, metafore a parte, a rifletterci a specchio in domande troppo grandi per comprendere ed elaborare i nostri dolori e le nostre gioie. Magari stretti in un usato impermeabile blu, all'angolo di un'altrettanto usata città. A guardare l'inverno che passa, a raccogliere i frammenti di un'amicizia finita, di una solitudine quieta, di un amore infedele che, ormai, è quello che è."
(Dalla prefazione di Enrico de Angelis)

MASSIMO COTTO è nato ad Asti nel 1962. Toro di segno zodiacale e di fede calcistica, si eccita indistintamente con Kim Basinger in 9 settimane e 1/2 e gli agnolotti al plin, Nastassja Kinski in Paris, Texas e Paolo Pulici sempre, Istanbul e Quentin Tarantino, gli Stones e Sam Shepard, Tom Waits, Hemingway e tutto il rock che gli ha salvato la vita. È affascinato dai miti anche se spesso è assediato dai mitomani, alle cubane preferisce i cubani (intesi come sigari), detesta aglio, cipolla, trippa e la "d" eufonica. Ha un approccio feticista a ogni cosa della vita, anche se in un campo è più accentuato. I comici lo rendono triste, in compenso ride inspiegabilmente appena si sveglia e piange ogni volta che ascolta Redemption Song, da cui si arguisce che non è molto intelligente, ma è felice che la gente non se ne sia ancora accorta. Nell'attesa che ciò accada, scrive libri, conduce Rock Bazar su Virgin Radio, dirige il festival di Castrocaro e il Premio De André, scrive testi teatrali, fa l'Assessore alla Cultura e alle Manifestazioni della città di Asti e cerca di imparare a non starnutire ogni volta che vede il sole. Per Vololibero ha scritto "Pleased to meet you", "Rock Bazar" e "Rock Bazar Volume Secondo".

CLAUDIO BEGHELLI presenta "BIOGRAFIA NON AUTORIZZATA (DRAMMA CON FINALE NOIR)"

Martedì 15 novembre alle 18,00

CLAUDIO BEGHELLI
presenta
"BIOGRAFIA NON AUTORIZZATA (DRAMMA CON FINALE NOIR)"
(prospettivaeditrice)

Interviene il prof. Davide Giusti.
Letture a cura dell'attrice Irene Guadagnini




"Dopo l'esperimento del documentario per la scena Le strade raccontano - Roma, 1943-'44', sono tornato a cimentarmi nella costruzione di una struttura drammaturgica più "classica" (e dunque più prettamente e specificatamente "teatrale"). A dir la verità, questo nuovo copione  era  stato concepito, inizialmente, come un monologo;  poi la storia -come succede-, durante la stesura, si è dilatata, l'intreccio è divenuto più articolato e complesso, le sottotrame si sono ramificate, ed il testo per attrice solista è diventato, man mano, un dramma vero e proprio. Penso non sia del tutto inutile conoscere le tappe della genesi di un lavoro così delicato (sicuramente il mio più personale). È  abbastanza naturale, se non inevitabile, che un portatore di handicap con qualche propensione per la scrittura -quale io sono-,  avverta prima o poi l'urgenza di parlare  non tanto della propria malattia, quanto della condizione esistenziale cui essa lo obbliga. Che è un po' come un servizio militare senza riposi, né licenze e soprattutto senza congedo.

Ho fatto un primo tentativo nel 2007, ma mi è parso subito troppo acerbo, e così ho
accantonato il progetto. Tuttavia, non ho smesso di raccogliere materiali e appunti sul tema.  Diverse altre prove, mutando, di volta in volta, contesto e personaggi, ho compiuto negli anni a seguire: ma tutti mi parevano o troppo scopertamente autobiografici, o involontariamente retorici e predicatori, oppure ancora troppo meccanici nello svolgimento (come se stessi lavorando per dimostrare una tesi, senza sapere nemmeno io quale fosse). Poi, come sempre accade in questi casi, ti imbatti, in modo del tutto casuale, in qualche opera che, imprevedibilmente, ti propone un nuovo punto di vista e ti induce, quindi, a  percorrere una strada che senti più giusta e matura, più adeguata al tema intorno al quale, da tanti anni,  il tuo pensiero, silenziosamente, non smette di vorticare. Nel mio caso, è andata in questo modo. Per ragioni professionali, a 33 anni, ho dovuto leggere e analizzare molti dei romanzi migliori e più riusciti di Simenon. Ho scoperto, così, che il  genere noir  è una cornice, una scatola comodissima: l'unica regola che ti impone è di scrivere un racconto che contenga un fatto torbido o violento; per il resto puoi riempirla con le riflessioni e le digressioni  più varie.
Si può spaziare dall'analisi delle dinamiche di coppia alla descrizione del tormentato rapporto tra padre e figlio, dall'esplorazione della solitudine al ritratto di un sentimento d'amore che si trasforma in gelosia parossistica e omicida ­ per fare solo alcuni esempi. Chissà che non si possa parlare in modo misurato anche della malattia, utilizzando questo genere? - ho pensato. 
Così è nato "Biografia non autorizzata". Credo sia necessario specificare, nonostante le ipotesi e le ambiguità  cui il titolo può dar luogo, che il protagonista sono e, a un tempo, non sono io. La mia malattia, per fortuna, è meno invalidante di quella descritta e mi lascia un più ampio margine di autonomia (naturalmente chi mi conosce bene non faticherà a capire che le riflessioni sulla patologia sono legate alla mia personale esperienza, e non gli sarà nemmeno difficile trovare alcune concordanze tra la materia drammatica trattata e la mia vita ­ ma questo è un discorso privato). In secondo luogo, l'invidia e il rancore verso  gli altri che il personaggio matura nel corso delle sue vicende non mi appartengono affatto (anche se sono consapevole che ogni invalido, se non trova le strategie per difendersi, rischia, ogni giorno, di essere sopraffatto da questi sentimenti e da altri ancora più pericolosi, autodistruttivi e lesivi della libertà altrui).

Devo dire, infine, che questa non è soltanto la storia di una persona malata: tra il resto, qui si narra di un'amicizia tradita; di un amore (i portatori di handicap hanno le stesse pulsioni e i medesimi sentimenti degli altri esseri umani, anche se troppo spesso non si dà la giusta importanza a questo aspetto della loro esistenza); di un'ambizione ingiustamente frustrata; di un inganno e di un addio."
( dalla nota introduttiva di Claudio Beghelli)

CLAUDIO BEGHELLI è nato a Bologna nel 1982. Parallelamente agli studi in filosofia, coltiva, da qualche anno, un multiforme lavoro culturale. Dal 2004 al 2011 ha collaborato con il Prof. Giorgio Celli anche in qualità di segretario e addetto stampa e organizzatore culturale. Interessato al teatro di narrazione, nel 2005 crea la compagnia Teatro delle Ceneri (ora ribattezzata in Compagnia Cincopan-Beghelli), ed è co-regista e interprete di numerosi spettacoli. Tra questi ricordiamo: "Qualcuno era.. - Marx, Gesù e i gabbiani ipotetici", attualmente in tounée per ta terza stagione; "Il caso di Alessandro e Maria", di Gaber/Luporini, allestimento creato con Cristina Carrisi (2015/'16); "La nuda verità", monologo scritto nel 2015/'16 dall'autore medesimo, per la regia di Francesca Calderara.Tra le sue pubblicazioni: i contributi critici al volume di Giorgio Celli "La zattera di Vesalio e altri drammi"; il dramma psicoanalitico "Il caso dell'uomo dei lupi" (Prospettivaeditrice, 2010).  Nel 2013 dà alle stampe il volume "L'animale che immagina - Frammenti di un'autobiografia intellettuale" (Prospettivaeditrice), che contiene alcune conversazioni, sinora inedite, avvenute tra l'Autore e Giorgio Celli, di cui si è conservata registrazione per volere del Professore stesso. Sempre nel 2013, cura il saggio "Le parole con il loro dolore. Il poeta è un artigiano.
Appunti sulla scrittura poetica di Vittorio Franceschi", apparso come prefazione al libro di versi dello stesso Franceschi "Tre ballate da cantare ubriachi e altre canzoni". Nel 2014 pubblica la 'commedia semiseria da leggersi come un romanzo', scritta con Matteo Cincopan, "Il centenario" (Prospettivaeditrice). Nello stesso anno, scrive e pubblica il 'documentario per il teatro' "Le strade raccontano. Roma 1943-'44",(
Prospettivaeditrice), rappresentato più volte con successo da Roberta Mattei e dalla Compagnia del Teatro della Dodicesima (Roma). Altri suoi lavori (soggetti, recensioni, racconti) sono comparsi su diverse riviste.

ALESSANDRA DEORITI e GIOVANNI TURBANTI presentano "LA CHIESA E LA "MEMORIA DIVISA" DEL NOVECENTO"

Venerdi' 21 novembre alle 18,00

ALESSANDRA DEORITI e GIOVANNI TURBANTI
presentano
"LA CHIESA E LA "MEMORIA DIVISA" DEL NOVECENTO"
(edizioni Pendragon)

interviene ALBERTO MELLONI
Venerdì, infine, un saggio che analizza la storia della Chiesa in relazione ai nazionalismi novecenteschi.
Nelle tensioni politiche e ideologiche del XX secolo anche le fedi e le confessioni religiose sono state coinvolte in profondità. In più occasioni le chiese cristiane e i loro fedeli si sono trovati schierati sui fronti opposti dei conflitti armati e delle lotte ideologiche che hanno travagliato tutto il corso del secolo.  Il binomio guerra-totalitarismo, che costituisce uno dei fili conduttori degli studi qui raccolti, mette in evidenza le debolezze e le contraddizioni con cui le chiese in tutti i paesi europei hanno affrontato i tornanti più drammatici di quegli anni: la prima guerra mondiale, il comunismo in Russia, il fascismo in Italia, la guerra civile in Spagna, il nazismo in Germania. I rapporti non sempre limpidi che esse hanno intessuto con i regimi totalitari, sono stati messi alla prova dal complesso ruolo che si sono trovate a giocare durante le vicende belliche. Anche nella seconda guerra mondiale, che in Italia è diventata guerra civile, la chiesa cattolica è apparsa incerta e divisa sulle posizioni da prendere. Poi alla storia si è intrecciata la memoria che di quei fatti, specialmente dei più tragici, è stata conservata o è stata costruita. Ne sono sorti dei miti fondativi che, tuttavia, non ne hanno risolto l'originaria forza divisiva. Nelle nuove tensioni ideologiche quella memoria, pur rivestita di valore sacrale, è rimasta a lungo una memoria non riconciliata.

ALESSANDRA DEORITI è stata responsabile della sezione didattica dell'Istituto storico provinciale della Resistenza di Bologna e si è occupata di formazione e aggiornamento degli insegnanti e di didattica in archivio. Ha insegnato "Storia della Chiesa" presso l' Istituto di Scienze religiose della diocesi di Bologna e negli ultimi anni ha coordinato corsi di "Storia della Chiesa contemporanea" presso la Scuola di Formazione Teologica della FTER. È membro della redazione della rivista «Il Regno»

GIOVANNI TURBANTI è dottore di ricerca in "Storia religiosa" e in "Storia del cristianesimo". Ha studiato a Firenze, Urbino e Bologna. Ha collaborato al progetto di ricerca sulla Storia del concilio Vaticano II, diretta da Giuseppe Alberigo. Si è occupato inoltre della storia della chiesa bolognese in età contemporanea e di figure rappresentative della cultura cattolica del novecento in Italia. Collabora con la "Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII" di Bologna.

PAUL DIETSCHY presenta "STORIA DEL CALCIO"

Giovedì 10 novembre alle 17,30

PAUL DIETSCHY
presenta
"STORIA DEL CALCIO"
(Paginauno edizioni)

interviene la storica
PATRIZIA DOGLIANI

modera l'incontro
NICOLA SBETTI


Giovedì recuperiamo un incontro che non si era potuto svolgere lo scorso 3 ottobre con lo storico PAUL DIETSCHY, che propone un interessante saggio sul gioco del calcio in una prospettiva storica e sociologica.

La storia del calcio resta largamente misconosciuta. Come, dopo la sua codificazione dall'Inghilterra della fine del XIX secolo, sono nati club, federazioni e competizioni internazionali? Quando e perché sono state fissate le regole concernenti il numero di giocatori o la dimensione del pallone, passando per i cartellini gialli e rossi, i corner o i punti di penalità? Quali sono state le grandi evoluzioni tattiche e tecniche del gioco, dribbling o colpi di testa?
È a tutte queste domande, e a molte altre ancora, che quest'opera dà una risposta. Vi scopriremo naturalmente il vero romanzo dei grandi club ­ Ajax, Bayern, Liverpool, Saint-Etienne, Real, Barcellona, Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, Torino ­ degli allenatori carismatici e dei giocatori d'eccezione. Ma apprenderemo anche molto sulla strumentalizzazione del calcio da parte dei totalitarismi e delle relazioni pericolose con il re denaro, decuplicate dalla televisione. Nell'ora del declino delle ideologie e dei legami collettivi, il calcio esercita la funzione di religione civile dove si esacerba lo spirito di appartenenza.

Riassumendo, quest'opera dice molto della nostra storia generale e sulla mondializzazione in particolare.
L'incontro fa parte della rassegna "Perspectives critiques", promossa dall'Institut Français Italia, in collaborazione con Alliance Française di Bologna e l¹Università di Bologna.

DONATELLA LUCCARINI presenta "BOLOGNA AL FEMMINILE"

Mercoledì 9 novembre alle 18,00

DONATELLA LUCCARINI
presenta
"BOLOGNA AL FEMMINILE"
(Morellini editore)
interviene l'editore MAURO MORELLINI

Mercoledì celebriamo l'uscita di una nuova guida di Bologna, che sempre più sta entrando a far parte dei circuiti del turismo nazionale ed internazionale.
Da sempre associata alla piacevolezza e al beau vivre, Bologna ha saputo associare i ritmi tranquilli della piccola città con l'internazionalità e la vivacità della metropoli, grazie alla sua storica università che da secoli attira giovani da tutto il mondo, al suo gusto e stile, al suo approccio aperto alla novità e alla cultura della differenza.
Questa guida per la prima volta la racconta "al femminile", attraverso i consigli da insider di una giornalista che la vive quotidianamente. Dalle boutique più nascoste ai locali e ristorantini più originali, questa guida vi farà calare nello stile di vita degli abitanti di questa città colta, elegante e divertente.
Bologna, la città radical chic decantata da Donatella Luccarini, accoglie le sue turiste nei lunghi portici - oltre 40 km - che percorrono il centro storico, dal 2006 Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Oltre che per trovare riparo nei giorni di pioggia, passeggiare sotto i portici è il modo migliore per scoprire la città: dai musei cittadini alle gallerie d'arte, per passare ai negozi di tendenza dove scovare l'accessorio originale, fino ai negozi di calzature pret-à-porter per trovare la scarpa dei propri sogni.
Ma Bologna, si sa, è anche la città della cucina, dalla ricca gastronomia che tutto il mondo ci invidia; ecco allora una nutrita selezione di locali dove rifarsi il palato: dal pub più in per l'aperitivo al ristorante e le osterie, sotto i portici ma anche sui colli che circondano la città, location ideale per ammirare Bologna dall'alto.
"Bologna al femminile" fa parte della collana "Guide al femminile", una serie unica in Italia dedicata alle donne: nei testi numerose indicazioni e consigli per vivere con serenità la vacanza fatta a braccetto di un'amica, mamma, sorella o cugina.

Donatella Luccarini, bolognese, giornalista e autrice di libri ha iniziato la sua attività giornalistica a Milano con Rizzoli Corriere della Sera e Edizioni Condè Nast. Specializzata nel settore del turismo, dell'enogastronomia e del lifestyle ha pubblicato con Edagricole Il Sole 24 Ore. È direttore responsabile delle riviste di lifestyle "Charme Magazine" e "Personal Shopper".  Da anni nel Consiglio Direttivo del GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) conosce a fondo le esigenze e gli interessi dei viaggiatori.

PAOLO ROVERSI presenta "LA CONFRATERNITA DELLE OSSA"

Sabato 5 novembre alle 17,30

PAOLO ROVERSI
presenta
"LA CONFRATERNITA DELLE OSSA"
(Marsilio editore)
intevengono
ALESSANDRO BERSELLI e MARILU' OLIVA

Chi è passato dalla libreria se ne è accorto: alla libreria Irnerio Ubik ci sono lavori straordinari.
Abbiamo rifatto l'impianto di illuminazione, per poter rendere sempre più accogliente la nostra libreria.
I lavori termineranno venerdì: una circostanza fortunata ha voluto che per sabato fosse già da tempo fissata la presentazione del nuovo giallo di Paolo Roversi, che conquista ogni volta nuove schiere di lettori per la scrittura sapida e le trame avvincenti che hanno come protagonista il giornalista Enrico Radeschi.

Vi aspettiamo dunque sabato, per festeggiare insieme la presenza di Paolo Roversi a Bologna e la "nuova" libreria!

Milano, 2002. Molti misteri s'intrecciano sotto la Madonnina. Tutto comincia quando un noto avvocato viene assassinato in pieno giorno nella centralissima piazza dei Mercanti: prima di morire, però, l'uomo traccia uno strano simbolo col proprio sangue... Da qui parte una complicata indagine che porterà Enrico Radeschi, giovane aspirante giornalista nonché hacker alle prime armi, a indagare, insieme allo scorbutico vicequestore Loris Sebastiani, su una misteriosa confraternita che trae ispirazione da san Carlo Borromeo e persegue un disegno spietato per ristabilire l'ordine morale in una società giudicata corrotta. A quello dell'avvocato seguiranno altri omicidi o presunti tali, come l'inquietante schianto di un aereo contro il grattacielo Pirelli.
Nel frattempo, una conturbante femme fatale, soprannominata "la Mantide" dagli inquirenti, seduce e uccide giovani ragazzi nei giorni di festa, facendone poi sparire i corpi. Chi è la donna misteriosa? E chi la protegge? Qual è il disegno ultimo di questa confraternita millenaria? Cosa si nasconde nei sotterranei del Duomo di Milano e nella cripta di un'altra famosa chiesa milanese?

Paolo Roversi è scrittore, giornalista e sceneggiatore, e vive a Milano.
Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per serie televisive e cortometraggi.
Ha scritto dieci romanzi tradotti in quattro lingue.
Il suo precedente romanzo "Solo il tempo di morire" (Marsilio) ha vinto il Premio Selezione Bancarella 2015 e il Premio Garfagnana in Giallo 2015.

«Nel mondo del noir italiano s'è affacciato un nuovo investigatore, Enrico Radeschi, giornalista freelance, sempre in cerca di scoop, amori, avventure.» - la Repubblica

«Enrico Radeschi, giornalista-hacker che con il Giallone, un vecchio scooter Piaggio, insegue le notizie e rimorchia le ragazze.» - Corriere della Sera