"BOLOGNA IN LETTERE" INTERFERENZE - ATTO VII

sabato 22 aprile alle 18,00

per il festival "BOLOGNA IN LETTERE"
INTERFERENZE - ATTO VII
 

presentazione dei volumi:
"IN TAGLI RIPIDI" di ALESSANDRO BRUSA
(Perrone editore)


"EX TRA SISTOLE" di ENZO CAMPI
(Marco Saya editore)


"DA CHE VERSO STAI?" di SONIA CAPOROSSI
(Marco Saya editore)
 

interviene FRANCESCA DEL MORO

Sabato, in attesa delle giornate conclusive che animeranno buona parte del mese di Maggio, il Festival Bologna in Lettere realizzerà il settimo appuntamento della stagione. La sera ta si svilupperà su tre anteprime assolute: due libri di poesia e un volume di critica letteraria. Enzo Campi con "ex tra sistole", Alessandro Brusa con "In tagli ripidi" e Sonia Caporossi con "Da che parte stai?" saranno i protagonisti della serata che prevede inoltre un intervento critico di Francesca Del Moro. I tre protagonisti metteranno a nudo diverse possibilità di offrire la parola poetica, così com'è tradizione consolidata del Festival che lavora sull'interazione di diversi linguaggi artistici.
Alessandro Brusa, In tagli ripidi, Giulio Perrone Editore

Il corpo è uno spazio geografico, un territorio da mappare ed esplorare. Abitarlo significa conoscerne i confini, costruire strutture in grado di garantire un riparo. Chi abita il corpo accetta di viverlo anche in punta, vale a dire nei suoi aspetti più aguzzi e pungenti. Forse la poesia di Alessandro Brusa nasce proprio da un graffio, una puntur a della realtà che scalfisce l’epidermide e provoca una ferita.
Alessandro Brusa nasce a Imola (BO) nel 1972; nel 1976 si trasferisce a Bologna dove si laurea. Esordisce nel 2004 con il romanzo Il Cobra e la Farfalla (Pendragon) ed in poesia nel 2013 con La Raccolta del Sale (Giulio Perrone Editore). Suoi lavori compaiono in vari blog e riviste sia in Italia sia, in traduzione, all’estero

Mentre questa è parte dell'introduzione che Giorgio Bonacini scrive per "ex tra sistole" di Enzo Campi:
[…] Enzo Campi è poeta che non si lascia agganciare da una mera interpretazione sperimentale, perché la sua estroversione selettiva coglie e combina ogni materia sensibile che la lingua possiede: sia in atto esplicito sia come annuncio segreto. In ogni caso un atto di parola da scoprire, anche quando questo sembra apparire non chiamato o accadere non destinato. In queste pagine si compie un tumulto fonico che sente e fa sentire – con una profonda duplicità del concetto di “udire” in sé e in sé “provare” il senso – come e quanto un dire così prensile non possa tendere a esprimere suoni che portano un significato concluso, ma prova a incidere nell’aria e sulla carta imprimere le “le cose e i silenzi/raschiati dal fondo” […]

Con il saggio di Sonia Caporossi ci spostiamo nell'ambito della critica.
La poesia, fin dall’antichità, ha sempre avuto il compito di esprimere, attraverso l’uso precipuo del linguaggio metaforico, il senso e lo spirito di un popolo, la fenomenologia compiuta della sua civiltà («il genio della lingua è anche il genio della letteratura di una nazione», diceva Herder ispirandosi a Hamann). In questo senso, ha ragione Roland Barthes quando afferma che è proprio nel «lavoro di spostamento» che lo scrittore «esercita sulla l ingua» a prendere corpo la capacità, insita da sempre nella letteratura, di farsi portatrice di un messaggio di rinnovamento oltre che estetico anche ideologico, e quindi sociale. Ma quale civiltà oggigiorno la poesia potrebbe arrogarsi il diritto di rappresentare, tutelare e proteggere nelle proprie archetipiche cristallizzazioni culturali?

Sonia Caporossi (Tivoli, 1973), docente, musicista, musicologa, scrittrice, poeta, critico letterario, artista digitale, si occupa di estetica filosofica e filosofia del linguaggio. Suoi contributi saggistici, narrativi e poetici sono apparsi su blog e riviste nazionali e internazionali
Dirige il blog Critica Impura
Vive e lavora nei pressi di Roma

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